Ceo di TES - Tree Energy Solutions che si propone di accelerare la transizione energetica sfruttando le infrastrutture energetiche globali esistenti per un trasporto dell’idrogeno più rapido e a basso costo.
Il primo progetto di TES, il Wilhelmshaven Green Energy Hub, in Germania, fornirà 250 TWh all’anno di energia a emissioni zero a lungo termine. L’investimento complessivo per la prima fase dovrebbe essere di circa 2,5 miliardi di euro, con le prime forniture entro l’inizio del 2026.
E' statao amministratore delegato di Snam, una delle principale aziende energetiche al mondo.
Marco Alverà, nato a New York nel 1975, è stato l’amministratore delegato di Snam, una delle principali aziende di infrastrutture energetiche al mondo, da aprile 2016.
Ha un’esperienza di circa vent’anni nelle più importanti aziende energetiche italiane.
Dopo la laurea in Filosofia ed Economia alla London School of Economics, ha iniziato il suo percorso professionale in Goldman Sachs a Londra, prima di trasferirsi in Enel e poi in Wind. Successivamente è entrato in Eni, dove ha lavorato per oltre dieci anni assumendo diversi incarichi manageriali di crescente responsabilità.
Dal 2017 è amministratore non esecutivo di S&P Global, di cui presiede il Finance Committee del board. È inoltre membro del Consiglio generale e del Comitato direttivo della Fondazione Giorgio Cini di Venezia e Visiting Fellow dell’Università di Oxford.
È vice presidente di Fondazione Snam, impegnata nello sviluppo sociale dei territori, nonché fondatore di Fondazione Kenta, attiva nella promozione dell’equilibrio di genere e nel contrasto alla povertà educativa.
Ha scritto i libri “Rivoluzione Idrogeno” (Mondadori) e “Zhero” (Salani) sul potenziale dell’idrogeno per la lotta ai cambiamenti climatici.
Marco Alverà, born in New York in 1975, has been the CEO of Snam, one of the world’s leading energy infrastructure companies, since April 2016.
Marco has 20 years of experience in Italy’s most prominent energy companies.
He holds a degree in Philosophy and Economics from the London School of Economics and began his career working at Goldman Sachs in London before moving to Enel and subsequently joining Wind. Afterwards, he moved to Eni, where he worked for over 10 years holding positions of increasing responsibility.
Since 2017 he has been non-executive Director of S&P Global, where he is also Chair of the Finance Committee. He is also a member of the Executive Board and of the Steering Committee of the Giorgio Cini Foundation in Venice and a Visiting Fellow of the University of Oxford.
He is Vice President of Fondazione Snam, Snam’s no-profit entity committed to the social development of territories, and co-founder of the Kenta Foundation, active in promoting gender balance and combating educational poverty.
Marco wrote the books ‘Generation H’ (Mondadori) and ‘Zhero’ (Salani) on hydrogen’s potential in the fight against climate change.
Energia e ambiente
Tree Energy Solutions (TES) – la società tedesca guidata e partecipata dall’ex CEO di Snam Marco Alverà – gestirà insieme ad E.ON e a ENGIE, su incarico del Governo di Berlino, il quinto rigassificatore tedesco.
Attività che sarà sinergica e potrà accelerare lo sviluppo del principale progetto dell’azienda, relativo alla realizzazione di un terminal per l’import di idrogeno verde nel porto di Wilhelmshaven.
La nuova unità FSRU (Floating Storage and Rigassification Unit) entrerà infatti in funzione nell’autunno 2023 nello stesso scalo tedesco, con una capacità nominale di importazione pari a 5 miliardi di metri cubi all’anno, valore che equivale al 5% di tutto il consumo annuale della Germania.
Come detto, TES sta sviluppando il progetto per un terminal tramite cui importare idrogeno nella forma di gas naturale liquefatto rinnovabile, composto da H2 e CO2 circolare (quindi sequestrata in nuovi impianti di CCS), e in quest’ottica aveva già definito lo scorso marzo un accordo di collaborazione proprio con E.ON.
In una nota la società guidata da Alverà sottolinea come la sua partecipazione nella gestione di questa quinta FSRU tedesca potrà accelerare il progetto di Wilhelmshaven, che prevede la costruzione di 6 banchine per accogliere le navi, depositi terrestri con una capacità di 2 milioni di metri cubi e accesso diretto alla rete del gas, oltre che ai futuri sistemi di pipeline per il trasporto di idrogeno e CO2.
Per alimentare questa nuova infrastruttura la stessa TES sta già sviluppando un portfolio di progetti upstream, tramite cui produrre l’idrogeno verde da importare poi su larga scala in Germania a partire dal 2025: l’azienda si sta muovendo in diverse aree del globo dove la generazione di energia rinnovabile è più conveniente, come USA, Canada, Sud America, Africa Settentrionale e Sudoccidentale, Mare del Nord e Australia.
“Siamo felici di poter collaborare con il Governo federale tedesco, e con le istituzioni europee e locali, allo sviluppo di un’economia dell’idrogeno sicura e sostenibile. Questa nuova FSRU potrà accelerare la nostra strategia mirata alla creazione di una supply chain per l’import di H2 green” ha commentato Marco Alverà, CEO di TES.
Energia e ambiente
Snam è fortemente impegnata nella transizione energetica, con investimenti per 1,4 miliardi di euro al 2023 dedicati al programma SnamTec (Tomorrow's Energy Company) e destinati all'aumento dell'efficienza e all'abbattimento delle emissioni, all'innovazione e a nuove attività come l'efficienza energetica, la mobilità sostenibile e i gas rinnovabili.
Rientrano in quest'ultimo filone le iniziative di ricerca e sviluppo avviate nel mercato dell'idrogeno, che può rappresentare la chiave di volta nella lotta al cambiamento climatico.
Snam e l'idrogeno
Ad aprile 2019, per prima in Europa, Snam ha sperimentato l'immissione di un mix di idrogeno al 5% in volume e gas naturale nella propria rete di trasmissione.
La sperimentazione, che ha avuto luogo con successo a Contursi Terme, in provincia di Salerno, ha comportato la fornitura, per circa un mese, di H2NG (miscela idrogeno-gas) a due imprese industriali della zona, un pastificio e un'azienda di imbottigliamento di acque minerali.
La sperimentazione di Contursi è stata replicata a dicembre 2019, raddoppiando la percentuale di idrogeno in volume al 10%.
Applicando la percentuale del 10% di idrogeno al totale del gas trasportato annualmente da Snam, se ne potrebbero immettere ogni anno in rete 7 miliardi di metri cubi, un quantitativo equivalente ai consumi annui di 3 milioni di famiglie e che consentirebbe di ridurre le emissioni di anidride carbonica di 5 milioni di tonnellate.
Turbina ibrida a idrogeno
Nel 2020 Snam ha testato la prima turbina "ibrida" a idrogeno al mondo progettata per un'infrastruttura di trasporto del gas naturale. La turbina, prodotta da Baker Hughes in Italia e alimentata fino al 10% a idrogeno, sarà installata entro il 2021 nell'impianto di spinta di Snam a Istrana, in provincia di Treviso.
L'azienda è oggi impegnata nella verifica della piena compatibilità delle sue infrastrutture con crescenti quantitativi di idrogeno miscelato con gas naturale, nonché nel supporto allo sviluppo della filiera italiana, per favorire l'utilizzo di idrogeno in molteplici settori, dall'industria ai trasporti.
Attualmente circa il 70% dei tubi dei metanodotti di Snam sono compatibili con l'idrogeno.
Ricerca e sviluppo
Snam fa parte della Clean Hydrogen Alliance avviata a livello europeo per supportare la strategia della Commissione Ue che fa leva sull'idrogeno per realizzare il Green Deal azzerando le emissioni nette di CO2 nel continente entro il 2050.
La società partecipa anche a numerosi tavoli istituzionali e associativi dedicati all'idrogeno in ambito nazionale e internazionale. A livello europeo è membro anche di Hydrogen Europe, mentre in Italia è rappresentata nell’associazione di categoria H2IT - Associazione Italiana Idrogeno e Celle a Combustibile.
A livello globale, l'azienda fa parte dell’Hydrogen Council, iniziativa lanciata nel 2017 al World Economic Forum di Davos per creare una coalizione di aziende leader nei rispettivi settori impegnate ad accelerare gli investimenti nell'idrogeno.
Secondo uno studio condotto da Navigant e commissionato dal consorzio europeo Gas for Climate, di cui fa parte anche Snam, il nostro continente ha un potenziale di produzione di idrogeno e biometano pari a 270 miliardi di metri cubi al 2050, che porterebbero a una piena decarbonizzazione con risparmi economici per 217 miliardi di euro annui rispetto a uno scenario energetico che non preveda l’utilizzo di gas. Un'altra ricerca, condotta da Snam in collaborazione con McKinsey, ha evidenziato che l’idrogeno potrebbe soddisfare al 2050 circa un quarto dei consumi finali di energia in Italia (fino a 22 miliardi di metri cubi equivalenti) in uno scenario di profonda decarbonizzazione.
Nell'ambito della ricerca, Snam collabora anche con la Fondazione Bruno Kessler, che elabora studi sulle tecnologie destinate a rivoluzionare la produzione di idrogeno pulito nel prossimo futuro, rendendolo parte integrante della soluzione di lungo termine per un sistema energetico carbon neutral. La società, infine, ha firmato un accordo di ricerca e sviluppo con il Politecnico di Bari per realizzare un prototipo di rete energetica autonoma basata sull'utilizzo di idrogeno prodotto da fonti rinnovabili.
Guarda il video - Snam: i vantaggi dell’idrogeno nelle reti energetiche, clicca qui
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